Cosa sono e quali sono le emozioni?

Sembra una domanda banale, scontata. Eppure basta fermarsi un attimo per capire che non è poi così semplice rispondere. Le emozioni si localizzano in punti precisi del nostro corpo ma nonostante questo, per molti, riconoscere cosa sta accadendo sembra essere una cosa molto difficile. Sappiamo davvero riconoscere i segnali che il nostro corpo ci manda? Sappiamo distinguere quando ci troviamo in situazione di attivazione e comprendere da dove arrivino tutte queste sensazioni? Le variabili soggettive e personali di ognuno di noi possono rendere più o meno semplice l’accesso a queste informazioni. Questo può avvenire quando entriamo in contatto con gli aspetti più dolorosi del nostro vissuto o con quelli che ci smuovono rabbia, con le emozioni sociali come la colpa e la vergogna o il disgusto e l’invidia. Il contatto con questi vissuti emotivi può essere represso più o meno inconsapevolmente dalla persona. Per sopravvivere a questo turbine di emozioni tutti noi mettiamo in atto dei meccanismi di difesa, in maniera più o meno cosciente. Queste difese ci permettono di sentire meno, ma allo stesso tempo rischiano di farci perdere aspetti piacevoli legati a tutto ciò che le emozioni smuovono e portano nella nostra vita.

Resta innegabile quindi che le emozioni svolgano sin dalla nostra nascita un ruolo importante. Hanno una base biologica e culturale. Servono a proteggerci, ad attivarci in caso di pericolo, ci permettono di comunicare come stiamo agli altri. Non per tutti la comunicazione è cosi facilmente decodificabile e l’imparare a farlo può essere un aiuto che in primis decidiamo di dare a noi stessi. Comprendere cosa sentiamo e come ci sentiamo permette di imparare a gestire tutto ciò che da esso ne scaturisce. Ci aiuta a fare chiarezza, ci aiuta a rileggere i vissuti e le memorie personali in una chiave diversa, ci permette in alcuni casi un nuovo punto di partenza e ci permette di regolare l’intensità delle nostre emozioni. Imparare a chiamare le emozioni con il nome giusto resta uno degli obiettivi più importanti all’interno di un percorso terapeutico.

Capita spesso che il paziente alle domande “Che cosa è per te la paura?”, “Che cosa è per te la rabbia?”, “Che cosa è per te il disgusto?” si prenda del tempo per rispondere e spesso la risposta sia “Non lo so” o ancora più semplicemente il silenzio. Ecco perché il terapeuta può essere uno strumento di aiuto nella comprensione di tutto questo. Comprendere le nostre emozioni significa imparare ogni giorno qualcosa di nuovo, o di già conosciuto, su di noi. Questa conoscenza è la chiave per saperci muovere meglio, e con con più consapevolezza, nel mondo in cui viviamo e nel nostro mondo interiore.

La gestione dei sentimenti

Il benessere di una persona non dipende soltanto dal superamento di sintomi o comportamenti vissuti come limitanti, ma è altresì legato alla capacità di sentirsi se stessi, di riconoscere cosa si sta muovendo dentro di noi, di prendere contatto e di riuscire a gestire il flusso di emozioni che a volte, anche nella quotidianità, ci si può ritrovare a vivere. L’obiettivo è imparare a stare in contatto con le proprie emozioni e riuscire ad usarle in modo adattivo e costruttivo.

Riconoscere come il nostro corpo reagisce può facilitare la gestione di sentimenti che a volte possono essere vissuti molto intensamente. La condizione necessaria affinché vi sia una consapevolezza e, se necessario, un cambiamento, è l’esperienza diretta e piena di tutti i sentimenti che coinvolgono una persona. Sperimentare tali stati d’animo all’interno di una relazione terapeutica, può essere un punto di partenza per riuscire a gestire e vivere come accettabili parti di se stesso non ancora vissute come tali. Tramite alcuni esercizi di osservazione emotiva si può arrivare a comprendere meglio quanto stia avvenendo all’interno di se stessi e nell’altro. Riconoscere e capire quali sono le emozioni prevalenti e imparare a gestirle è uno dei principali obiettivi all’interno di una relazione terapeutica.